artisti italiani


Totò

 

Nasce a Napoli il 15 febbraio 1898 nel popolare rione Sanità. Viene registrato come Antonio Clemente. La madre è Anna Clemente, giovane nubile che ha avuto una relazione con Giuseppe, figlio del marchese De Curtis, che sposerà nel 1921. I primi anni di Totò sono quelli di un ragazzo vivace che ha poca voglia di studiare.

Dall’esperienza del collegio che frequenta non ricava la licenza ginnasiale bensì la deviazione del setto nasale, che gli procura involontariamente un precettore tirando di Boxe. Questo infortunio contribuisce a creare la maschera disarticolata che comincia ben presto a sfruttare recitando dapprima in riunioni familiari e poi in piccoli teatri dove recita su noti canovacci oppure imita, con lo pseudonimo di Clement, le macchiette di Gustavo De Marco.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, a diciassette anni, si arruola volontario ma non è un modello di soldato e quando sa che il suo battaglione è destinato in Francia, presso un distaccamento di marocchini, finge un attacco epilettico e si fa ricoverare. Nel 1918 alla fine della guerra riprende l’attività teatrale, dapprima a Napoli, quindi a Roma dove si trasferisce con i genitori.

Gli inizi sono stentati finché non debutta al Teatro Jovinelli ottenendo un immediato successo cominciando ad affermarsi nel mondo del varieté italiano. Si esibisce nei principali caffè-concerto della penisola e infine torna a Napoli, scritturato dal Teatro Nuovo. Adesso si chiama De Curtis, avendolo il padre legalmente riconosciuto. A Napoli ha una tormentata relazione con una celebre chanteuse, Liliana Castagnola, che poi drammaticamente si uccide. Totò la fa seppellire nella cappella di famiglia.

Nel 1931 continua a recitare intensamente nel teatro di rivista e nell’avanspettacolo riscuotendo enorme successo. Nel 1933, con l’aiuto del cugino Gaspare de Curtis, ritrova nel Castello de Curtis a Somma Vesuviana, vicino a Napoli, un’enorme quantità di documenti da cui risulta la sua discendenza bizantina. Seguirà, qualche anno più tardi, il riconoscimento di tutti i titoli nobiliari da parte del Tribunale di Napoli.

Nello stesso anno nasce la figlia Liliana dall’unione con Diana Bandini Rogliani che sposerà nel 1935. Totò è ormai una delle vedettes del Teatro di Rivista. Nel 1937 debutta nel cinema con Fermo con le mani e continua quindi le tournée con la sua compagnia. Nel 1939 divorzia in Ungheria dalla moglie Diana con la quale continuerà, comunque, a vivere fino al 1950.

1940. L’Italia è in guerra e Totò continua la sua attività cinematografica con San Giovanni decollato alla cui sceneggiatura collabora Cesare Zavattini, e soprattutto quella teatrale. Gli spettacoli di quegli anni, di cui è autore Michele Galdieri, continuano a essere, nonostante la censura del regime, ironicamente ispirati all’attualità. L’incontrollabile satira di costume procura ad autori e attori - con Totò recitano Anna Magnani e Renato Castellani – non pochi problemi: la censura modifica vari copioni, come Volumineide il titolo della rivista Che si sono messi in testa? Chiaramente riferito ai tedeschi che occupavano Roma. Infine, Totò è addirittura costretto a fuggire per scampare a un ordine di cattura emesso nei confronti suoi e di Peppino e Eduardo De Filippo.

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