come raggiungere gli obbiettivi

Questa storia non la racconto per celebrare me o il mio maestro Iginio Bonazzi, la racconto perché ha il sapore di un’autentica favola, la favola che in pochi mesi ha cambiato la mia vita.

Nel 1976 facevo il pubblicitario e non ero contento del mio lavoro nonostante fosse un'attività creativa. Da tanto tempo desideravo tentare di diventare un attore, ma avevo rinunciato perché avevo un grave difetto di pronuncia. Come se non bastasse, benché facessi molto sport, respiravo in modo scorretto, solo con la parte alta dei polmoni. Questo conferiva alla mia voce una componente nasale tutt’altro che gradevole.
Così con una buona dose di incoscienza, ma con una grande fiducia in me stesso telefonai al Centro D. Era giugno, rispose Iginio Bonazzi con la sua voce roboante. Gli parlai delle mie aspirazioni e lui molto onestamente mi rispose che il mio difetto era piuttosto difficile da correggere e mi consigliò di rinunciare, perché le mie aspettative erano troppo ambiziose. Lo ringraziai per la schiettezza, ma decisi comunque di tentare.
A settembre lo richiamai e mi iscrissi al corso di dizione. Si ricordava benissimo di me e rimase colpito dalla mia tenacia. Mi disse che per almeno tre mesi non sarebbe stato in grado di dirmi se poteva correggere il mio difetto di pronuncia, insomma mi dovevo fidare di lui. Così feci. Lui mi consigliò di studiare almeno un’ora al giorno e io andai oltre, dedicai agli esercizi due e più ore al giorno. Puntualmente dopo tre mesi, durante una lezione mi disse: “Le dò una buona notizia: riusciamo a correggere la sua esse”. Notizia che rallegrò anche i miei compagni di corso, che partecipavano con grande solidarietà agli sforzi che stavo facendo.
Così quando il corso terminò ai primi di giugno, io ero ansioso di iscrivermi al corso di recitazione. A quel tempo Iginio mandava tutti i suoi allievi da Ernesto Cortese, regista della Rai che si occupava di sceneggiati radiofonici. La cosa che mi stupì fu scoprire mesi dopo che Iginio Bonazzi parlava di me come uno dei migliori allievi di tutti i suoi corsi e come il migliore risultato ottenuto dal suo metodo. La prova era il confronto delle registrazioni della mia voce fatte il primo e l’ultimo giorno di corso, prima e dopo la cura: due persone differenti, tanto che spesso qualcuno metteva in dubbio le sue parole.
Quella era, è la testimonianza dei risultati che lui era riuscito a ottenere da un allievo senza speranza, ma anche l’esito sorprendente di quali margini di miglioramento si possano ottenere con una dedizione maniacale allo studio. Dopo poco più di un anno che mi ero iscritto al Centro D, debuttai come attore nella compagnia di prosa della Rai, diretto dal mio mastro Ernesto Cortese in uno sceneggiato dal titolo “Professione Reporter”. Fra gli attori c’era anche Iginio. Alle 12.30 alla fine del turno di registrazione, fece arrivare una bottiglia di spumante dal bar e volle brindare al nostro risultato con tutti gli altri attori e con il regista.
Da quel giorno è nato un legame di amicizia e di affetto che non si è mai spezzato. Pochi mesi dopo che Iginio ci lasciò, nella primavera del 2000 la famiglia Bonazzi ha voluto affidarmi il Centro D. E rieccomi qui, dopo tanti anni in via Verdi 21, davanti alla prima sede del Centro D a ricordare la persona che mi ha cambiato la vita e che ha contribuito a realizzare il mio sogno impossibile.
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